Superare le avversità della vita e trasformarle in punti di forza
Saper far fronte alle avversità significa acquisire la volontà determinata di rimuovere gli ostacoli e di superare le difficoltà contingenti, sopportando il dolore senza lamentarsi reggendo le difficoltà senza disperarsi e avere coraggio di intraprendere una vita che sa essere tortuosa.
Da non molto è diventato il mio secondo slogan “supera le avversità della vita e trasformale in punti di forza”. Che figata solo a pronunciarlo, vero?
Mi è uscito di pancia mentre scrivevo una pagina del mio libro, che cercherò di completare e far pubblicare tra la fine di quest’anno e gennaio 2022. Quando ho iniziato a scrivere la mia storia ho provato una sensazione di pace che mi pervade tuttora e mi dà una risolutezza inaspettata. Mi porta a riflettere su ciò che è stato. Sono orgoglioso di me stesso. Quante cose ho combinato! Belle o brutte, fanno pur sempre parte della mia vita! Quanti ostacoli e quante avversità ho dovuto affrontare lungo il mio cammino. Sicuramente però, posso dire che mi hanno portato verso la realizzazione di me stesso, la propensione ad aiutare gli altri e ad amare la vita.
Le avversità non rendono l’uomo debole, ma mostrano quale egli è.
Chi conosce la mia storia e mi segue tramite social sa perfettamente che sono immerso nel terzo settore e a capo di alcune associazione – non criminali tranquilli😆, anzi! A favore di una giusta causa! – Infatti sono, Vicepresidente dell’ass. ASD Mollare Mai che con tanto amore io e Adriano, il presidente, insieme al team, abbiamo messo in piedi. Sono circa 3 anni che lavoriamo su questo progetto, per farlo crescere sempre di più.
Da diversi anni ormai, sono accanto a persone che hanno subito di tutto e di più…
Eventi davvero forti e significativi, che hanno comportato la perdita di alcune capacità fisiche, con comprensibili ripercussioni psico-emotive.
Nonostante tutto posso dire che “grazie a questi eventi, hanno imparato a trasformate le condizioni avverse in punti di forza”.
Vi racconto alcune storie di persone forti, tenaci e sopratutto resilienti, che incontro quotidianamente.
Adriano Bolognese: da campione Italiano nel ciclismo su montain bike, a causa di un incidente sul lavoro è finito su una sedia a rotelle. Dopo 7 anni si è risollevato grazie allo sport praticato con l’handbike e non ha più smesso, anzi! Ha iniziato a spingere sempre di più tanto da partecipare ai campionati Italiani di Paraciclismo. Ha creato l’associazione Mollare Mai che ad oggi è l’unica nel Salento ad aiutare i disabili attraverso lo sport.
Stefano Petranca: padre di famiglia, lavoratore e amante fin da giovane età dello sport. All’età di 37 anni è stato colpito da una malattia agli occhi e in 2 anni ha perso completamente la vista, ma non si è arreso. Continua a correre, a sfidarsi attraverso lo sport, partecipa a campionati Italiani Paralimpici, maratone, ultra maratone trail e Paratriathlon.
Emiliano Malagoli: appassionato di moto e di gare in pista. Padre e grande lavoratore, a causa di un incidente stradale gli è stata amputata una gamba. Ma nel giro di 2 anni è salito di nuovo in moto, pronto a gareggiare in pista. Ha messo su un’associazione che aiuta i disabili a riprendere la moto e ad oggi l’associazione “diversamente Disabili” conta più di 40 motociclisti tutti disabili. Chi privato dell’uso delle gambe, chi con qualche altra distrofia, gareggiano fianco a fianco nel MotoGp. Qui il suo libro con la sua storia: “Continua a correre“
Gianni Sasso: abbiamo anche corso insieme qualche volta e colgo volentieri occasione di incontrarlo quando possibile perché è davvero una persona positiva e grintosa. Gianni ha vinto le olimpiadi del Paratriathlon nella categoria amputati ed è stato anche campione Italiano nella squadra di calcio amputati. Ma non solo ha svolto 2 maratone di New York e tante altre…
Ci sono tantissimi esempi di resilienza anche tra personaggi famosi come Alex Zanardi – che sta lottando per un’altra sfida di vita – Beatrice Vio, Giusy Versace e così via…
Tutte persone che avevano una vita “normale”, ma, a causa di un evento che ha stravolto le loro esistenze, hanno dovuto imparare a trasformare le ferite in punti di forza.
E’ successo anche a me. All’età di 17 anni, in seguito ad un incidente stradale, ho perso un piede e sono stato costretto per ben 6 mesi su una sedia a rotelle. L’impatto con questa nuova realtà è stato devastante, ma col tempo sono cresciuto, mi sono adattato alla mia nuova vita, ho accettato la mia disabilità e ne ho fatto un punto di forza spingendomi “oltre” e sfidandomi sempre più spesso.
A 24 anni ho preso la mia vita in mano e ho iniziato a lavorare su me stesso, investendo nella mia crescita personale, nel lavoro e, sopratutto, nello sport. Ad oggi sono un atleta nello sport Paralimpico conquistato anche qualche podio. Sono diventato un investitore finanziario, un imprenditore e sono socio di alcune attività in Italia, nonché CEO di Tour Event Italia, agenzia di viaggi che gestisco insieme a mio fratello. Oggi lavoro nel mondo del coaching sia nel life che nello sport.
Ho trasformato la mia vita grazie al tragico evento che ha segnato i miei 17 anni.
Come può accadere tutto ciò?
Come siamo riusciti a trasformare le difficoltà in opportunità?
Abbiamo persistito e creduto in noi stessi, abbiamo guardato verso ciò che potevamo ancora fare, senza pensare a ciò che era andato perduto. Abbiamo rivolto il nostro sguardo verso la vita futura e abbiamo cercato di darci uno scopo edeguandoci al cambiamento e non subendolo come un trauma, ma affrontandolo.
In questo ci aiuta tanto la resilienza, come già spiegato in questo articolo: “la forza della resilienza”
Generalmente le persone riescono ad adattarsi alle situazioni che cambiano drasticamente la loro vita, ovviamente con il giusto tempo. Questo perché dentro di noi esistono delle grandi risorse che in “situazioni normali” restano dormienti. Non si tratta di qualcosa che le persone possiedono o non possiedono, ma è una capacità che include comportamenti, pensieri e azioni di cui chiunque può prendere coscienza e sviluppare.
La resilienza è un processo di adattamento alle avversità, come può essere un fallimento, un trauma, una minaccia. Come, ad esempio, quella che incombe ora nel mondo: “il Covid19“. Essere resilienti significa respingere un’esperienza difficile come se fossimo delle molle. Ciò non vuol dire che la dobbiamo spazzare via quanto prima possibile, ma che dobbiamo imparare da essa, metterci in gioco, rialzarci e affrontare la “sfida”.
Le crisi e le avversità, spesso diventano occasione di crescita interiore.
(Isabel Allende)
Già! gli eventi della vita sono delle sfide che ci servono per crescere, migliorare e metterci in discussione con tutte le nostre forze e capacità, anche se all’inizio può sembrare tutto difficile.
Il dolore e le difficoltà fanno parte della vita di tutti, potenzialmente ciascuno di noi è dotato di RESILIENZA. Tutti, quindi, possono superare le avversità della vita dandole un nuovo senso, una nuova direzione, facendo qualcosa di utile e sorprendente per se stessi, per la famiglia, per le persone vicine e per l’evoluzione del mondo.
Quindi nei momenti difficili cerca nuovi contesti in cui metterti in gioco, guarda ai problemi considerandoli delle sfide e vedrai che con fede, tenacia e persistenza sarai in grado di migliorare e trasformare la tua vita.
Creati sfide sfidanti in modo da mettere in gioco le tue abilità, le tue capacità e i tuoi talenti per coprirti e scoprire.
Qui la mia intervista sulla Gazzetta dello Sport
Un abbraccio da Pier.