Maratona di Berlino Pierluigi Maggio atleta paralimpico olimpiade disabileSe vuoi correre un miglio, corri un miglio. Se vuoi vivere un’altra vita, corri una maratona.
(Emil Zatopek)

BMW Berlin Marathon

26 Settembre 2021

Una gamba, una maratona, la sfida…

Queste parole mi scivolano dalla mente verso il cuore come le gocce d’acqua scivolano dalla testa lungo il mio corpo, mentre sono qui, sotto il getto della doccia. È la doccia rigenerante dopo le fatiche della maratona, la Maratona di Berlino.

La maratona viene definita, nel gergo dei podisti, “la signora” e la maratona di Berlino è una principessa nella corte delle 42 km, perché è annoverata, insieme a quelle di New York, Tokyo,Chicago, Boston e Londra, tra le più frequentate e veloci.

Si è guadagnata il titolo di “leggendaria” perché in essa si è sancito il record delle 2:01 ore.

Lavo via il sudore, lavo via la fatica e le lacrime di urlata soddisfazione, quelle di chi, giunto al 30° km in 3:05 ore, si trova, come tanti, davanti al “muro”.

Non è quello storico che per decenni divise in due la città, è quello dell’atleta, di quando si trova a dover fare i conti con il corpo che mostra i primi cedimenti.

È quello in cui tutto attorno si prospetta uno scenario che sembra di guerra: atleti che si contorcono in preda ai crampi, altri che cadono per terra non sorretti più dalle proprie gambe, altri che crollano sotto i raggi impietosi del sole che cuociono le intenzioni alla temperatura di 27°.

Persone anziane che hanno affrontato ben altri scenari e che con impressionante spirito di sacrificio e abnegazione, arrancano imperterriti, ingoiando lacrime e sale, decisi a trascinarsi anche lentamente, verso il traguardo.

Io ho la gamba che brucia nel punto di giuntura con la protesi, il sudore caldo ha macerato la pelle e il limite di sopportazione si allontana urlandomi dentro un inascoltabile desiderio di mollare.

Fermo a terra senza protesi per far respirare la pelle sofferente e sanguinante.

Mollare! 

Guardo il bracciale sul polso con la scritta “mollare mai“, la mia associazione costituita da persone con disabilità che si! loro non mollano alle intemperie della vita…

Ma anche io ho vissuto e affrontato ben altro, ho superato momenti più brucianti e dolori più paralizzanti, non li dimentico, li porterò con me fino a questo ennesimo traguardo, perché è ciò che voglio veramente!

Prendo coscienza e dopo 12min fermo, mi rialzo, stringo i denti! Rimetto la protesi con dolore.

Gli ultimi 7 km in 1h:25, alternando camminata e corsa, la Porta di Brandeburgo un miraggio che si avvicina pian piano, diventa sempre più grande, più reale, come la fredda medaglia posata sul petto ansimante e caldo, il crollo del corpo e della mente, gli infermieri che celeri raccolgono le mie ultime forze e mi traggono in salvo dai dolori e dallo sfinimento misti al senso di vittoria e onnipotenza che ogni sfida vinta ti dà.

Qui il video della maratona percorsa